Domenica, 20 Aprile 2008 21:03

Una riflessione culturale sull'individualismo berlusconiano

Scritto da  Gerardo

Sottoponiamo all’attenzione del lettori questa riflessione culturale di Domenico Pizzuti sull'individualismo berlusconiano.
Buona lettura!



L’INDIVIDUALISMO BERLUSCONIANO
di Domenico Pizzuti


La vittoria netta di Berlusconi alle consultazioni politiche per i due rami del Parlamento, e per le amministrative di Regioni, Province e Comuni, trasversale in tutte le regioni del Paese, è un evento che richiede approfondimenti non solo politologici perché riguarda un fenomeno che ha radici più profonde ed evidenzia cambiamenti nel tessuto sociale e culturale del paese che vanno analizzati e compresi. Si è parlato a questo proposito di “vento del Nord” per indicare umori, propensioni, interessi, aspettative delle popolazioni del Nord, o più precisamente come rilevava l’On. Maroni nella trasmissione televisiva Ballarò di martedì sera si tratta di cambiamenti del/nel tessuto sociale settentrionale ma non solo di cui non si è ancora preso atto in maniera adeguata e che richiedono una rappresentanza anche politica. Infatti, questa vittoria del PDL e della Lega non è frutto solo di una propaganda azzeccata rispetto alle aspettative della gente o di una capacità comunicativa del leader, di errori della coalizione che è risultata minoritaria, ma di una cultura indotta e penetrata in diversi strati sociali anche attraverso i media che si manifesta poi sul piano politico nella preferenza per il leader ed il programma del Popolo della Libertà.
Si può porre al centro di questi orientamenti diffusi la ricerca dell’affermazione individualistica delle persone in seguito anche all’indebolimento delle grandi solidarietà collettive, la libertà (individualistica) enfatizzata in loghi e bandiere del PDL, con pulsioni difensive delle comunità locali nei confronti degli effetti territoriali della globalizzazione specie con i movimenti migratori dal Sud verso il Nord del pianeta. Questi fenomeni sono noti nella letteratura sociologica recente in riferimento alle società della post-modernità ed al fenomeno e processo di globalizzazione con la declinazione del fenomeno della “individualizzazione”, come l’ “individualismo istituzionalizzato” di U. Beck nella “Risicogesellschaft” per indicare l’influenza sempre minore delle forme mesociali (classe,stato,ruoli di genere, famiglia, vicinato, contesto religioso) ed il fatto che le nuove esigenze, i controlli ed i limiti imposti dalle società moderne, ad esempio sul mercato del lavoro e lo stato sociale, rappresentano una sfida per i singoli individui offrendo stimoli ad essere attivi e decisionali. A sua volta Z. Bauman enfatizza la progressiva individualizzazione della società che cambia le nostre esperienze, con l’addebitamento agli individui delle contraddizioni della vita, per cui la condotta della vita diventa una soluzione biografica di contraddizioni che sono sistemiche, ed occorre perciò risalire alla natura sociale delle angosce personali e procedere ad affrontarle collettivamente. Se nei contesti meridionali siamo in presenza di un “individualismo istituzionalizzato” o di un “individualismo amorale” resta da approfondire.
In modo fenomenologico, strati sociali di popolazione del nostro paese in un gioco di specchi si riconoscono nello stile di vita berlusconiano dell’individuo che si è fatto da sé ed è sicuro di sè, solutus da lacci e lacciuoli nelle varie imprese ed intraprese, che rigetta i gravami delle tasse, che la fa franca dalle indagini della magistratura, che piega la legge alle proprie esigenze, che ha un piglio decisionista e diretto nella comunicazione, che presenta quel tanto di maschilismo che non dispiace, che cura propria persona che sembra non invecchiare e così via. Un individualismo berlusconiano che è apparso sulla scena pubblica e mediatica e che ha quindi radici sociali che non devono essere sottovalutate da agenzie politiche, sociali, culturali e religiose.
A questo riguardo, condividendo l’affermazione di Bauman riguardante la natura sociale o sistemica delle problematiche ed angosce personale, occorre individuare e promuovere nuove forme di azione collettiva ad opera di parti politiche, organizzazioni degli interessi tradizionali e professionali, di associazioni di cittadini o di cooperazione efficace tra le parti sociali per dare risposte a problemi non puramente individuali, specialmente nella società meridionale, per non cullarsi nell’ aspettativa di soluzioni da parte del vincitore che ha promesso di governare anche da Palazzo reale.
In occasione della visita di Giovanni Paolo II a Napoli nel novembre 1990, in attesa dell’arrivo del pontefice davanti a Palazzo San Giacomo, un popolano avvolto nella bandiera pontificia andava gridando. “Arriva il re di Napoli!”. Un nuovo pastore incoronato con le sembianze di Berlusconi è già stato collocato nel presepe napoletano, a cui demandare in un gioco di prestigio di togliere tutta la monnezza non solo dei rifiuti a Napoli e Campania. Napoli rialzati!

Napoli, 17 aprile 2008
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